Il coraggio di scegliere

Il coraggio di scegliere Scegliere, dal latino eleggere, significa individuare tra più cose, quella che sembra essere la più adatta ad una determinata circostanza.Facile mi direste.

Ma facile non lo è per niente e lo dimostra il fatto che la letteratura è piena di studi che si sono focalizzati sul cosiddetto processo di decision making.

Il processo decisionale, per dirlo in termini banali, è quella cosa che ci permette di scegliere quale pizza prendere in una serata con gli amici, o cosa indossare al mattino, ma anche di scegliere con chi sposarsi e trascorrere il resto della vita.

Certo, tra queste cose c’è un po’ di differenza, e per questo motivo sono diversi anche i processi cognitivi ed emotivi coinvolti nel processo decisionale.

Risulta evidente che alcune scelte richiedano un basso coinvolgimento emotivo, com’è chiaro che altre siano veramente ardue da prendere proprio perché le variabili in ballo condizionano tutto il resto.

E oggi, è proprio su queste ultime che vorrei porre la vostra attenzione.

Sono tanti gli esempi che potrei fare ma quello che mi preme di più riguarda le scelte che, ogni giorno, facciamo per noi stessi.

Ma non le scelte semplici come il colore del rossetto o della cravatta – pur riconoscendo che per alcuni di noi è veramente difficile – ma vorrei parlarvi del modo in cui ognuno di noi sceglie di vivere la propria vita.

E con questo mi riferisco alle dinamiche che scegliamo di innescare in ogni situazione che ci capita.

Ricordate quel film in cui la trama si sviluppa su due fronti?

Da una parte la protagonista riusciva a prendere il treno e andava a lavoro normalmente come ogni giorno.

Dall’altra, quello stesso treno lo perdeva e tornando a casa scopriva il tradimento del marito.

Ecco, è così che immagino le scelte: mi sono convinta, nel corso del tempo, che non c’è mai una sola strada dinanzi ad una scelta, ma almeno 2 differenti.

E spesso le alternative non le vediamo nemmeno perché ci convinciamo di avere il dovere di fare determinate cose ma di questo non ne siamo consapevoli fino quando quelle stesse scelte diventano la nostra prigione.

Immagino una donna che per anni ha subito l’indifferenza del marito, i suoi tradimenti e alla fine l’abbandono; una donna che si è sempre fatta carico del figlio piccolo e si è preoccupata di andare a fare i lavori più umilianti per garantire un futuro al suo bambino.

Una donna che ha sempre sognato una famiglia unita e sana ma i cui desideri sono stati sempre disillusi da un uomo dall’effetto yo-yo, un uomo che viene e va pretendendo ogni volta di trovare la porta aperta in tutti i sensi.

Ebbene, quella stessa donna oggi ha avuto il coraggio di dire di no a queste dinamiche malate e di scegliere finalmente se stessa per essere roccia per il suo bambino.

E la stessa cosa vale per quegli uomini che si trovano incastrati in situazioni difficili a causa di scelte costrette e mai volute.

Bene… Questo post è per voi e per tutte le persone che non vedono alternative alla loro sofferenza e che si sono rassegnate ad una vita non felice.

Ricordate che esistono 1000 sfaccettature di una stessa cosa e dipende solo da noi la considerazione di altri punti di vista.

E se questo può sembrarvi banale o non adatto alla situazione che state vivendo, parliamone ma soprattutto non arrendetevi dinanzi alla sofferenza perché sarebbe una vita sprecata e rendiamo il nostro essere al mondo una risorsa, prima per noi stessi e poi per gli altri.