LETTERA DA UNA PSICOLOGA

Se stai pensando di cominciare una terapia psicologica, questa lettera è per te!

Ho pensato di scriverti una lettera perché credo che la scrittura sia una delle modalità più intime e più particolari per dirsi delle cose.

E vorrei dedicare questo mio pensiero a te che stai pensando di cominciare una terapia psicologica che da tempo rimandi perché, magari, hai tanti dubbi ai quali non riesci a dare una risposta.

Ecco, attraverso questa lettera, vorrei raccontarti un po’ di me, di ciò che significherai per me e di quello che accade nella stanza di terapia proprio a partire dalla prima chiamata che mi farai.

Perché vedi, già dal nostro primo contatto ci diremo delle cose che prescindono dalle parole: sentirò la tua ansia, la tua tristezza o magari la tua voglia di far uscire delle cose che non ti fanno stare bene e comincerò ad immaginarti.

E tu farai lo stesso con me.

Devo confessarti che, come te, anch’io sarò ansiosa di conoscerti perché quel primo incontro sarà forse il più importante tra noi: mi parlerai delle tue preoccupazioni ed il mio unico obiettivo sarà quello di ascoltarti e di fare in modo che lascerai quella stanza con, almeno, una consapevolezza in più.

E non credere che tutto questo sarà semplice: ci saranno volte in cui non ti sentirai capito o confuso, volte in cui mi odierai perché quello che ti dirò non ti piacerà ma ti assicuro che ci saranno anche volte in cui tutto ti sembrerà finalmente chiaro e limpido.

Certo, non posso negare che anche tu mi farai provare delle emozioni e non sorprenderti se qualche volta vedrai i miei occhi lucidi.. significa che saremo stati così bravi ad entrare in sintonia al punto da farmi sentire la tua storia proprio “nella pancia”.

Ma non temere, ci saranno anche momenti in cui rideremo insieme magari ripensando a com’eri quando sei arrivato e a come sarai diverso dopo questa esperienza così intima e speciale.

E non saprò dirti quanto tempo ci vorrà affinché quel cambiamento che desideri avvenga, ma posso assicurarti che non sarai l’unico a doverci lavorare perché tra una seduta e l’altra anch’io dovrò impegnarmi; ripenserò a tutto ciò che mi dirai e delle volte in cui ti sei sentito non in grado di fare qualcosa di diverso e proverò a darti un altro punto di vista, un po’ più esterno ma più vicino di quanto immagini.

Mi piacerebbe che considerassi la terapia come una sorta di percorso o una strada da percorrere, un po’ come fanno tante persone che utilizzano questa metafora per parlare della vita.

Ecco, io immagino che la stanza di terapia prenda la forma di una sorta di pit-stop, un luogo in cui sostare temporaneamente per “aggiustare” qualche bullone rotto o, semplicemente, un luogo in cui “fermarsi” un attimo per ridefinire la strada da percorrere.

E tutto questo non lo farai da solo, lo faremo insieme.

Io sarò accanto a te, mai avanti e mai indietro perché il mio ruolo sarà quello di accompagnarti fino a quando la tua stessa compagnia non sarà sufficiente a farti proseguire il tuo percorso da solo e con molta più sicurezza e consapevolezza di prima.

Spero di conoscerti presto e di iniziare questo viaggio insieme ma, nel frattempo, ricorda che non c’è mai un solo punto di vista e che bisogna solo spostarsi un po’ perché

è il cambiamento che porta a nuove prospettive molto più di quanto nuove prospettive portino al cambiamento.

M. H. Erickson